My INTO Lindau Experience - Day 3 & 4
My Tagebuch
Day 3 & 4
Day 3 & 4
Martedì 17 Luglio
Non appena mi sveglio, inizia a suonare la sveglia
della stanza in fondo al corridoio, quella della ragazza siriana.
Ripenso a ieri sera, quando abbiamo parlato in famiglia della sua storia
e di come è arrivata qui in Germania. A dire il vero le ho fatto solo
qualche domanda: sono cose personali, per lo più dolorose. Con il suo
accento mediorientale, ha dipinto scene di distruzione materiale,
morale. Separazioni familiari. Le parole non dette sono state più
pesanti del racconto. Abbiamo poi condotto la conversazione in territori
più neutrali.
Anche stamattina la sua sveglia continua a suonare.
Ormai è più di mezz’ora. Penso che sia giusto così, che se fossi
sopravvissuto a certe cose, la farei suonare anche un’ora, la sveglia,
perché questo significa che sono vivo, che un’altro giorno comincia, che
la vita va avanti.
Un paio di ore dopo la saluto nei corridoi della scuola. Sorridente e discreta come al solito, mi fa un cenno.
Al
pomeriggio ho lezione di didattica. Intraprendo un interessante dialogo
con un collega tedesco sulle diverse metodologie. In certi momenti
sembra imbarazzato, poi si rilassa, facciamo qualche battuta. Mi
consiglia dei libri e mi dice dove posso consultarli all'interno della
scuola. Alcune cose per me sono nuove, altre meno interessanti, ma
comunque utili per un confronto. Gli chiedo di lui e della sua storia.
Le due ore volano. Alla fine mi apparto per fare i compiti e riordinare
le idee. Telefono a casa. I bimbi stanno bene. Chiedo alla piccola di
tre anni se posso darle un bacio. Sì, ma solo da lontano, risponde.
Mercoledì 18 Luglio
Stamattina decido di prendere il secondo Autobus e di fare il viaggio da
solo. Sto leggendo tre libri, al momento. Ne approfitto perché a casa
so che non riuscirei se non a pezzi e bocconi. In queste occasioni
riesco ad apprezzare non solo il piacere della lettura, ma anche a
soffermarmi sulla struttura della lingua, a riconoscere i vocaboli che
ho studiato, a imparare di nuovi. Ne approfitterò per scegliere il libro
da assegnare come lettura durante l’anno. Oggi non parlo con nessuno
durante il viaggio, leggo e basta.
Stamattina abbiamo fatto un lavoro a gruppi dove
dovevamo risolvere con un progetto/invenzione un problema di ordine
quotidiano. Lavoro con una ragazza Colombiana, un compagno ungherese e
uno cecoslovacco. Potrebbe quasi venirci fuori una barzelletta: un
italiano, un ungherese... Mi offro per fare il disegno, da buon
italiano. Alla fine siamo soddisfatti del risultato, ma il nostro
progetto non sarà eletto. Peccato. Eppure, con un disegno così...
Nell’intervallo
mi saluta Aurora, un’altra alunna del mio liceo, le chiedo dell’esame
di certificazione che affronterà tra poco. Sono contento perché parla
continuamente in tedesco e anche lei farà enormi progressi. Mi
intrattengo poco: non voglio sottrarla ai compagni di corso.
Nel
pomeriggio ho lezione di teatro applicato alla didattica. Dopo il primo
esercizio prendo la penna per scrivermi come funziona, ma Eva, la prof,
mi precede con una dispensa nella quale trovo tutto quello che faremo a
lezione. Qui i docenti sono molto coordinati, si coglie il lavoro del
responsabile pedagogico che guida l’operato dei colleghi. Mi portano
anche in aula insegnati dove ho accesso libero ai materiali. Quando
tutti vanno via, vado in un’aula vuota a finire i compiti e ne
approfitto per scattare qualche foto del materiale appeso. Ho ancora
un’ora prima che chiudano e arrivino quelli delle pulizie. Poi in
viaggio riprendo il libro da dove ero rimasto...
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